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Differenze di genere e cervello umano: maschi e femmine sono uguali?
Differenze di genere e cervello umano: maschi e femmine sono uguali?
  30/07/2015 - admin

"Perché quando lui si fa la doccia lascia un lago sul pavimento, e lei occupa il bagno per un secolo?"

Il tema va trattato con delicatezza politica poichè alcuni, a volte dietro motivi di fondo puramente ideologici, temono che la differenza di genere possa portare a ulteriori discriminazioni (si parla di "neurosessismo").
In realtà, la differenza di genere si aggiunge alle differenze individuali (cultura, esperienza e personalità), il cui mix ci consente di avere una varietà pressoché infinita di individui praticamente "unici" o quasi.

 

Certamente anche le differenze di genere (oltre quelle culturali), come vedremo di seguito, possono tentare di spiegare alcune polarizzazioni (ad esempio: quante donne scelgono di diventare ingegneri? Come mai pochi uomini scelgono di insegnare a scuola o di diventare assistenti sociali?).

 

La parità tra uomo e donna non si raggiunge per assimilazione delle rispettive peculiarità, ma per la valorizzazione delle differenze di genere, che come vedremo, sono per lo più dovute a differenze neuroanatomiche funzionali

 

"Forse non tutte le donne sanno che:
• Lui va in paranoia ogni volta che deve caricare sull'auto i pochi, indispensabili bagagli che Lei ha preparato per il weekend fuori città.

 

Forse non tutti gli uomini sanno che:
• Lei soffre come se lo vedesse sfregiare la Gioconda quando Lui straccia con indifferenza la carta in cui con tanto amore ha avvolto il regalo.

 

Perchè le donne vedono un capello biondo sulla giacca del compagno a dieci metri di distanza, ma sbattono contro lo stipite del garage ogni volta che ci entrano?

 

Perchè le donne chiedono sempre il parere del partner per poi dargli torto quando lui lo esprime?"

 

Allan e Barbara Pease, marito e moglie, sono due psicoterapeuti australiani e hanno provato simpaticamente a fornire alcune risposte a queste e altre domande, basandosi anche su studi recenti derivanti dalle ricerche nelle neuroscienze, oltre che sulla biologia, la sociologia e l'antropologia.
I coniugi Pease hanno scritto sei bestseller tradotti in trentasei lingue, che hanno venduto oltre quattordici milioni di copie in tutto il mondo. Tra le loro opere più famose ricordiamo: "Perché le donne non sanno leggere le cartine e gli uomini non si fermano mai a chiedere?" e "Perché gli uomini lasciano sempre l'asse alzata del water e le donne occupano il bagno per ore?".

 

Cervello maschile e femminile differiscono per anatomia e funzionalità. Il dibattito sulle origini di queste differenze, se siano dovute a fattori evolutivi o strutturali, è ancora aperto. Quel che è acclarato, è che da questa diversità derivano alcune fondamentali differenze di genere, che si traducono in un diverso modo di comportarsi, di reagire agli stress, di ammalarsi. Questa evidenza, a lungo sottovalutata dagli stessi neuroscienziati soprattutto per motivi ideologici, si è definitivamente imposta all'attenzione dei ricercatori grazie alle nuove tecnologie di brain-imaging, che hanno permesso di osservare il cervello durante il suo funzionamento. Si è così capito che la diversità fra uomini e donne comincia molto prima che l'educazione e gli orientamenti culturali producano i loro effetti.

 

Uomini e donne sono sottoposti a pressioni evolutive diverse e a separare i due sessi c'è un solco profondo, sosteneva Darwin. Tesi smussata in tempi recenti. Nel tentativo di raggiungere posizioni politically correct, infatti, negli ultimi anni ci si è dati da fare per sfumare le differenze e declassare al rango di boutade la tesi secondo cui "le donne vengono da Venere e gli uomini da Marte" (John Gray, Houston University) . A riportare i due pianeti alla giusta distanza ci pensa uno studio italiano uscito di recente su "Public Library of Sciences" che mostra che lo scarto fra i sessi esiste. La ricerca è stata condotta su un su un campione molto vasto: 10 mila persone.

La ricerca è stata condotta da Marco Del Giudice (psicologo e neuroscienziato dell'università di Torino) con due colleghi della Manchester Business School su un campione di 10mila americani su 15 diversi tratti della personalità.

 

La ricerca torinese ribalta quello che era considerato l'ultimo grido in fatto di studi sui rapporti fra uomini e donne. Dall'università del Wisconsin nel 2005 la ricercatrice Janet Shibley Hyde aveva infatti scritto in maniera molto assertiva che "maschi e femmine sono uguali, fatta eccezione per piccole variabili psicologiche".
Il risultato, è che "i profili di personalità tipici dei maschi e delle femmine si sovrappongono solo per il 10-20 per cento. Si tratta di una differenza di grandi dimensioni, anche se ovviamente parliamo di profili statistici che non descrivono le singole persone.

 

Gli studi che misurano le differenza uomo/donna servono per capire se queste differenze ci sono e se in ultima analisi abbiano una base fisiologica (genetica) o culturale.

Uno dei grandi nodi da sciogliere nelle nostre società moderne è infatti la questione di genere sulle carriere professionali e ancora a monte su quelle scolastiche e formative in genere. Esiste tuttora grande disparità, per esempio sono di meno come numero, le donne che scelgono carriere scientifiche rispetto agli uomini. Come dire: alle donne non piace la matematica. Forse perché non sono portate? La questione è molto delicata e va valutata in un quadro ampio che tenga conto dei fattori culturali.

 

Quello che preoccupa, nel divulgare senza le dovute argomentazioni notizie di questa portata, è la semplificazione dei ragionamenti e il rischio di incatenare i generi in differenze prestabilite, o peggio di veder attribuite come meri stereotipi differenze che appartengono a classi o categorie di individui.